Andiamo a riscoprire le origini della leggenda Vasco, con un singolo che fece da apripista per il suo album di debutto “Ma cosa vuoi che sia una canzone” del 1978: Jenny è pazza.
Jenny è pazza
Jenny è pazza è un brano molto importante dal punto di vista musicale, ma soprattutto del testo, molto profondo, in cui, per la prima volta, si parla di una malattia non ancora riconosciuta come tale e per questo definita pazzia: la depressione.
Solo la grande sensibilità di Vasco Rossi poteva tradurre, questo tema così delicato in musica, utilizzando un’ immagine femminile per descrivere il suo stato d’animo in quel periodo.
Erano gli anni universitari, a quel tempo Vasco frequenta una compagnia teatrale che lo appassiona molto, ma che mette anche a dura prova il suo sistema nervoso dovuto ai continui scontri con gli altri membri. Soffre l’esclusione dal gruppo, l’emarginazione, dovuta anche per motivi futili come l’abbigliamento, dove Vasco viene etichettato come montanaro, per come si vestiva, perché da anticonformista quale è sempre stato non si curava di vestirsi alla moda come il resto della massa.
Vasco non vive bene quel periodo, e, per nostra fortuna, invece di “impazzire”, scarica le sue frustrazioni nello scrivere una delicata poesia che diventerà Jenny è pazza, dove si mette nei panni di una figura femminile che chiede solo di dormire perché è stanca.
Jenny è pazza, è una canzone piuttosto lunga, dura infatti più di sette minuti, per la presenza di un lunghissimo assolo finale di Mellotron, strumento musicale molto in voga negli anni 70 nella scena rock “progressive” italiana. Erano gli anni dove l’artista poteva dare libero sfogo alla propria creatività, senza troppi schemi o obblighi imposti dalle case discografiche, così che le canzoni venivano fuori con una certa naturalezza e spontaneità proprio come nel caso di “Jenny è pazza”.
Nel 2018 è stato realizzato anche un video clip in animazione di “Jenny è pazza” per festeggiare i 40 anni dall’uscita dell’album “Ma cosa vuoi che sia una canzone”.
Come suonare “Jenny è pazza”
Jenny è pazza, va suonata principalmente arpeggiata, possibilmente con le dita, in stile Fingerstyle. Ovviamente si può suonare anche con l’ausilio del plettro, ma per suonarla al meglio dobbiamo utilizzare le dita per dare quel tocco più delicato e per “affrontare” meglio alcuni passaggi dove si trovano due corde da suonare contemporaneamente.
TAB “Jenny è pazza”
Per la trascrizione mi sono basato sia sulla versione da studio, sia su alcune esibizioni live acustiche.
Le due versioni sono molto simili, anche se presentano alcune differenze. La più evidente è data dal fatto che nella versione da studio è presente l’assolo di chitarra nella parte centrale del brano, mentre in quelle live questa parte viene “tagliata”.
Ho pensato di non tralasciare niente, quindi oltre a tutte le parti di chitarra presenti nella versione originale per quanto riguarda l’accompagnamento, trovi anche la trascrizione dell’intro arrangiata per chitarra. Oltre a questo, nella versione da studio trovi anche la trascrizione dell’assolo!
Brevissima anteprima audio dell’assolo ⇓
Qui sotto puoi vedere la Tab nella sua versione live, ma puoi comunque scaricare tutte e due le versioni in formato PDF e allo stesso tempo mandarmi un piccolissimo contributo per la trascrizione 🙂
Ascolta l’audio della Tab ⇓
(Si ripete la strofa e il ritornello)
Alla fine del secondo ritornello troviamo questo “intermezzo strumentale”
Siamo al minuto “2:33” della canzone, inizia questo nuovo arpeggio, che nella versione originale porta all’assolo, mentre in questo caso vediamo la versione live dove si arriva subito alla parte cantata che fa da ponte per arrivare di nuovo sulla strofa. La Tab si chiude con l’accompagnamento sull’assolo finale.
Nota: Sul secondo giro dell’arpeggio, nell’accordo di RE, le freccette rosse stanno a indicare una maggiore presenza della corda a vuoto di “Re al basso” visto che nella versione originale in quel punto entra il basso!
Guarda il video tutorial con tab di “Jenny è pazza” ⇓
Grazie per avere creato e resa pubblica la tab! 🙂
Grazie Giorgio per il commento e le tab! 😉
Ciao Lorenzo,
premesso che mi sto scaricando la tua tab perchè considero la canzone, precisamente per tutto quello che esponi bene nell’introduzione, un grande brano, sono disorientato da un aspetto “armonico” della tua spiegazione, mi scuserai non ho ancora affrontato studi di armonia. Ossia: quando ad inizio strofa parli dei due accordi re+7 e sol 6 diteggiati in “forma di re-“. Se la forma-radice di partenza è quella (re-) traslandola lungo il manico rispettivamente di un tono e due non avremmo mi- e fa- ? Al posto di re+7 e sol6?. GRAZIE complimenti per la COMPLETEZZA e CHIAREZZA dei tuoi tutorial (e per i brani proposti!)
Ciao Diego, grazie mille per la tab e i complimenti!
Per quanto riguarda la tua domanda sugli accordi, diciamo che il Re7M può essere visto anche come Fa#m/Re (quindi un rivolto dove il Fa#m ha come nota al basso il Re) e il Sol6 come un Mim/Re (ancora un rivolto dove il Mim ha come nota al basso sempre il Re). Cambia la sigla ma la sostanza non cambia, sono gli stessi accordi! Però, dato che il brano è in tonalità di Re maggiore mi è sembrato più giusto vederli come Re7M e Sol6 per un discordo di armonia.